LA TRADIZIONE
Capelli, barbe e bicicletta da più di 50 anni
LUCCA.- Il volontariato è in crisi si sente ripetere sempre più spesso, ed allora venite a Monte San Quirico la prima frazione che s’incontra lungo la Sp 1 in direzione di Camaiore una volta lasciate le antiche mura di Lucca. Qui ogni anno Ernesto Bianchi, lucchese, personaggio nel ciclismo da più di 50 anni, invita tanti amici attorno alla tavola del ristorante El Paso. Questa volta ne sono mancati una decina, ma i presenti erano 64 e questo straordinario volontario del pedale è stato ancora una volta felicissimo. Bianchi per raggiunti limiti di età, non è più direttore di corsa, ma non ha concluso certamente il suo impegno con il ciclismo. “Fino a quando le forze mi sorreggeranno continuerò a restare in questo mondo, a dare una mano agli organizzatori ed allestire questa festa con tanti amici, che lo hanno premiato, applaudito e ringraziato”.
C’era anche il presidente del Comitato Regionale Toscano di ciclismo Giacomo Bacci, altri dirigenti del ciclismo toscano e lucchese, sportivi, un folto gruppo di giudici di gara e vari addetti ai lavori.
Ernesto Bianchi, entrò nel ciclismo da giovanissimo, tifoso di Charly Gaul, la sua prima bici una Benotto e con questa chilometri e chilometri percorsi spesso assieme al suo fedele compagno di viaggio Antonio Girotto. Andarono in bici anche da Lucca a Castellania, la località piemontese resa celebre in campo ciclistico dal “Campionissimo” Fausto Coppi. Fu Ernesto a fondare anche il primo Club Mario Cipollini, del quale è stato tifosissimo. Bianchi si può dire che ha “adottato” ciclisticamente “Re Leone”.
E’ stato anche direttore sportivo a livello giovanile, organizzatore di tante gare ciclistiche, dirigente di società, legatissimo all’Unione Ciclistica Lucchese fondata nel 1948 e della quale è attualmente il presidente. Quasi 30 anni fa, era il 1988, decise di intraprendere anche l’attività come direttore di gara e da allora 300 le gare che lo hanno visto impegnato. Qualcuno lo ha definito scontroso, ma Ernesto non è mai sceso a compromessi, sempre pronto a dialogare per risolvere i problemi. Non ha più il busto fuori dal tettino dell’auto come quando svolgeva il compito di direttore di corsa, ma nel ciclismo c’è sempre, da appassionato volontario. Continua anche il suo lavoro di barbiere (aprì il salone giusto 50 anni fa e l’anno scorso fu premiato dal sindaco di Lucca con il premio fedeltà). Un personaggio simpatico che di primavere ne ha 76. La festa lucchese, semplice e familiare, è filata via in un paio d’ore. Il ciclismo di addetti ai lavori e soprattutto volontari come Ernesto Bianchi, ne ha tanto bisogno.
Antonio Mannori