LA STORIA
Quella fuga in maglia “Bottegone” con Ballerini e Tafi
DA CORRIDORE E DIRETTORE SPORTIVO A PARROCO
PISTOIA.- Don Roberto Razzoli, attuale parroco di Valenzatico, località della piana tra Quarrata e Bottegone alla periferia di Pistoia, alla fine della celebrazione della Santa Messa nella chiesa di Casalguidi in suffragio di Franco Ballerini e Alfredo Martini, ha raccontato da ex corridore quella corsa del 1985 e quella fuga, unica volta che lo vide protagonista con compagni di viaggio come Franco Ballerini e Andrea Tafi. Con quelle parole è tornata alla ribalta una storia che in chiave sportiva ricorda il romanzo di Stendhal “Il rosso e il nero” con quel soldato francese che lasciò la divisa per l’abito ecclesiastico. Roberto Razzoli che aveva proprio la maglia color rosso, quella del G.S. Bottegone, fece altrettanto scegliendo quella colore nero di parroco. Il padre Giancarlo dopo aver gareggiato ed essere stato direttore sportivo del G.S. Bottegone, è rimasto nell’ambiente come dirigente e attualmente è vice presidente della Cipriani & Gestri società pratese fondata nel 1958. Suo figlio Roberto entrò da juniores nel 1984 quindi dilettante, ma dentro di sé aveva un’altra vocazione e dopo aver trascorso un paio di stagioni (’87 e ’88) come direttore sportivo decise di diventare parroco.
“Ero al primo anno tra i dilettanti – dice don Roberto Razzoli – mentre Franco Ballerini era al terzo anno quando durante una gara ci ritrovammo assieme in fuga e mi ricordo c’era anche Andrea Tafi in quel ristretto plotoncino. E’ stata l’unica volta, loro erano di un’altra stoffa, di un’altra categoria e lo si vedeva. La mia carriera come corridore durò poco, ma è un episodio che ricordo sempre volentieri”
– Chi furono i compagni di squadra di quel tempo.
“Indossai la maglia del Bottegone da allievo nel 1982, quindi due stagioni da juniores, nel 1985 nei dilettanti c’erano in squadra Conticini, che andava forte anche su pista, Di Vita, Spampani, Viviani, Palumbo, Orsolini, Dalì. Mio padre era direttore sportivo con il compianto Mauro Martini di Caserana di Quarrata ed il pisano Ivo Sbrana. Eravamo un bel gruppo, mi ricordo c’erano anche gli juniores che in quella stagione volavano, come i due pistoiesi Giraldi e Biagini”.
– Quanti ricordi don Roberto.
“Un’esperienza bellissima, lo sport è insegnamento, il ciclismo è palestra di vita, è una splendida scuola di coraggio nell’esercizio della fatica e della volontà. Alfredo Martini e Franco Ballerini lo hanno dimostrato, e ci hanno lasciato un straordinario insegnamento”.
ANTONIO MANNORI